Discorso al porto del Vescovo durante l’approdo dell’Icona della Madonna della Madia

Monopoli, 14 agosto 2019

Carissimi fratelli e sorelle,

ritorna l’atteso appuntamento della festa agostana della Madonna della Madia, che ci vede come sempre in tanti raccolti intorno alla nostra comune Mamma celeste, non solo per esprimerLe filiale devozione, nel desiderio di essere costantemente custoditi da Lei, ma anche per metterci alla Sua scuola e imparare da Lei, discepola perfetta del Vangelo, ad essere più cristiani. Stasera voglio chiedere alla Madonna di aiutarci a vivere di fede, speranza e carità, virtù fondamentali per dirci ed essere discepoli di Gesù. Invocare l’intercessione della Madre di Dio e non imitarLa nell’esercizio delle virtù, renderebbe sterile e del tutto superficiale il nostro rapporto con Lei. Siamo chiamati tutti a passare da una devozione che si ferma all’utilizzo dei segni esteriori della pietà mariana, che rischiano di ridursi a manifestazioni di semplice folklore religioso, ad una devozione che coinvolga il credente in scelte che esprimono la coerenza tra ciò che si professa con le labbra e ciò che si realizza nella vita. Non possiamo dirci cristiani se alle parole non seguono i fatti!

Cari amici, rendiamo anzitutto più solida la nostra fede, aderendo con tutte le nostre forze al Dio che in Gesù si è rivelato chiamandoci alla comunione con sé. Noi non crediamo in un Dio lontano e inaccessibile. Il nostro Dio non solo si è reso vicino, ma si è fatto uno di noi, assumendo la nostra carne mortale in Gesù di Nazareth. Sentiamo il Signore Gesù presente nella nostra storia. Soprattutto incontriamolo nella comunità dei credenti, che è la Chiesa, la nostra comune madre che ci genera alla fede. Perciò, non andiamo dietro alle favole artificiosamente inventate, come ci ammonisce San Paolo; non lasciamoci irretire da chi vuol vendere illusioni a basso costo che portano lontano dal Dio di Gesù Cristo. Penso ai tanti idoli che ci vengono proposti dalla mondanità odierna e che rischiano di prendere il posto dell’unico vero Dio nella nostra vita. Quanti peccati di idolatria oggi noi commettiamo! Per quanti, ad esempio, il dio nel quale si crede è il denaro? Per quanti è l’edonismo sfrenato? Per quanti è l’assoluto dell’uomo, senza alcun riferimento al trascendente? E si è disposti a tutto pur di rendere culto a questi idoli! Penso ai tanti mali che affliggono il nostro vissuto quotidiano e che sono l’espressione di una vita senza Dio: le diverse dipendenze (dall’alcol, dagli stupefacenti, dal gioco d’azzardo, dalla prostituzione, ecc.), la violenza, sia fisica che morale (si arriva ad uccidere per un nonnulla, a odiare  anche le persone più care con cui si è condivisa la vita fino a quel momento, con una facilità che spaventa), la frode e l’inganno (quanti pensano: tutto mi è lecito per raggiungere i miei fini, anche il rubare!). Carissimi, come Maria diciamo il nostro sì a Dio, aderendo alla sua volontà espressa nei comandamenti e riassunta nella legge evangelica dell’amore. Eleviamo a Dio l’incenso della nostra lode e della nostra preghiera, cerchiamo sempre il suo volto, che è volto di misericordia e di tenerezza. Fidandoci di Lui, che ci ama e ci vuole felici, insieme a Maria, ogni giorno diciamo: “eccomi, Signore, avvenga di me secondo la tua Parola”.

E teniamo viva anche la nostra speranza, che si fonda sulla certezza che Dio è fedele alle sue promesse. Se costruiremo la nostra vita sulla salda roccia della Parola del Signore, il nostro pellegrinaggio terreno avrà come meta certa la Casa del Padre, dove Gesù ci ha preceduto per prepararci un posto al banchetto della festa eterna. Non è un mito o una favola il Paradiso. È l’approdo certo dei figli di Dio, i quali sotto la guida dello Spirito Santo tengono fisso lo sguardo sul Regno di Dio che avrà il suo compimento quando Dio sarà tutto in tutti. Per questo, accogliendo l’invito di Gesù, ascoltato domenica scorsa nel Vangelo, procuriamoci “un tesoro sicuro nei cieli, dove ladro non arriva e tarlo non consuma” (Lc 12,34). Non dimentichiamo che tutto passa, solo Dio e il suo amore rimangono! La fede senza la speranza della vita eterna in Dio rischia di essere monca. Non serve cercare Dio nella fede e poi non desiderare di incontrarlo nell’abbraccio eterno che avverrà quando noi saremo simili a Lui e lo vedremo così come egli è (cf 1 Gv). Lasciamoci guidare dal desiderio del Paradiso, per non smarrire la strada che porta al cielo, dove Maria ci ha preceduto non solo con la sua anima immacolata ma anche con il suo corpo verginale. È il mistero che stiamo celebrando in questa solennità dell’Assunzione al cielo di Maria in anima e corpo. Da Dio, dove Maria gode la pienezza della gioia, ella ci chiede di far nostre quelle parole di S. Paolo che devono orientare i nostri passi verso questo compimento: “lo Spirito (…)  attesta che siamo figli di Dio. E se siamo figli, siamo anche eredi: eredi di Dio, coeredi di Cristo, se davvero prendiamo parte alle sue sofferenze per partecipare anche alla sua gloria” (Rom 8,16-17). Sì, cari fratelli e sorelle, il nostro destino è partecipare alla gloria di Dio, che è gioia e pace, e non alla disperazione dell’inferno, che è l’abisso del male che divora e distrugge! Siamo fatti per Dio e la felicità eterna del Paradiso, non dimentichiamolo mai!

Conquistiamo allora questa eredità eterna attraverso l’esercizio della carità, che rende visibile la nostra fede e alimenta la speranza di ritrovarci un giorno tutti insieme nell’oceano di amore che è la Trinità. Solo la carità ci permette di investire per l’eternità, come ci dice con chiarezza lo stesso Gesù in quel magnifico affresco del giudizio finale che troviamo nel capitolo 25 del Vangelo di Matteo: “Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla creazione del mondo, perché ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, ero in carcere e siete venuti a trovarmi. (…) Signore quando…? (…) Tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me!”. Quanto ci è necessario convertirci a questa pagina evangelica! In un mondo dove, oggi più che mai, sembra prevalere una visione egoistica della realtà sociale, in cui i forti e i potenti si fanno sempre più forti (e questo con tutti i mezzi, anche quelli eticamente illeciti) mentre i poveri e gli ultimi della terra sono sempre più sfruttati ed emarginati, chi si dice cristiano e ogni uomo di buona volontà, devono avere il coraggio di scelte forti, contro corrente se vogliamo, che mettano al centro la dignità dell’uomo, in qualsiasi fase della sua esistenza e in qualsiasi situazione venga a trovarsi. Ogni persona, non dimentichiamolo mai, è un riflesso della bellezza di Dio, al di là del colore della pelle o della razza, della lingua o della religione. Non c’è nulla che giustifichi, dinanzi a Dio e alla nostra coscienza, tutto ciò che offende la dignità dell’uomo! Ci aiuti Maria ad avere uno sguardo di predilezione per i piccoli e i poveri, per gli emarginati e gli esclusi, donando a tutti tenerezza e bontà, amicizia e fraternità.

La nostra bella Icona della Madonna della Madia, che ispira serenità e fiducia, ci parla di tutto questo. Maria indicandoci il Figlio, ci ripete stasera quel che un giorno disse ai servi a Cana di Galilea: “tutto quello che egli vi dirà, fatelo”. E Gesù ci chiede, oggi e sempre, di credere in lui per avere la vita eterna e di riconoscerlo in chi è povero e sfigurato nella sua dignità! Carissimi, viviamo di fede, speranza e carità in ogni momento della nostra vita. Ai genitori e a noi educatori – vescovo, preti, diaconi, religiosi, religiose, catechisti, insegnanti – chiedo di formare le nuove generazioni a queste virtù cristiane. Facciamo innamorare della vita cristiana i nostri bambini, i nostri ragazzi, i nostri giovani, utilizzando soprattutto il metodo educativo dell’esempio.

O Madonna della Madia, Madre di Dio e Madre nostra, donna dalla fede robusta, annuncio di speranza e testimone di carità, prega per questa amata città di Monopoli, che si affida a te. Prega per noi, tuoi figli, e accompagnaci nel cammino della vita. Prega per la nostra Nazione che vive giorni di trepidante attesa per il suo futuro. Non farle mancare il coraggio di guardare fiduciosa al suo domani. Il tuo Cuore Immacolato sia approdo di speranza per tutti, in particolar modo per coloro che sono schiacciati dalla disperazione. Quando si chiudono i nostri cuori, siamo certi che il tuo è sempre aperto per accogliere tutti. E tu portaci all’incontro con Gesù, l’amato tuo Figlio, o clemente, o pia, o dolce Vergine Maria. Amen.

+ Giuseppe Favale