Prima Giornata mondiale dei poveri 2017

Carissimi,
il prossimo 19 novembre 2017 celebreremo la Prima Giornata mondiale dei poveri, voluta da Papa Francesco a conclusione del Giubileo della Misericordia. Egli ne parla nella Lettera apostolica Misericordia et misera, e così la presenta: “Sarà una Giornata che aiuterà le comunità e ciascun battezzato a riflettere su come la povertà stia al cuore del Vangelo e sul fatto che, fino a quando Lazzaro giace alla porta della nostra casa (cfr. Le 16,19-21), non potrà esserci giustizia né pace sociale. Questa Giornata costituirà anche una genuina forma di nuova evangelizzazione (cfr. Mt 11,5), con la quale rinnovare il volto della Chiesa nella sua perenne azione di conversione pastorale per essere testimone della misericordia” (n. 21).
Attingendo dal Messaggio che il Papa ci ha voluto offrire per questa Giornata ·- e che invito a prendere tra le mani, potendolo facilmente reperire in internet – mi permetto di sottolineare due aspetti fondamentali per l’agire delle nostre comunità ecclesiali.
In primo luogo, è evidente che la cura e la condivisione verso e con i poveri passano attraverso la concretezza. Papa Francesco ha scelto come titolo per questa Giornata un versetto tratto dalla Prima Lettera di san Giovanni (3,1S): “Figlioli, non amiamo a parole né con la lingua, ma con i fatti e nella verità”. È proprio nella concretezza che si sperimenta la gioia della fraternità. Non si ama attraverso slogan o enunciati astratti.
Si ama invece con la vicinanza fattiva alla carne ferita dei nostri fratelli. Questo ci permette di rendere al nostro territorio e al mondo una testimonianza credibile del V angelo.
Da ciò deriva – ed ecco il secondo aspetto – come con la concretezza possiamo sperimentare quella che è una forte provocazione presente nel Messaggio del Papa: “Siamo chiamati a tendere la mimo ai poveri, a incontrar li, guardarli negli occhi, abbracciarli, per far sentire loro il calore dell’amore che spezza il cerchio della solitudine. La loro mano tesa verso di noi è anche un invito ad uscire dalle nostre certezze e comodità, e a riconoscere il valore che la povertà in sé stessa costituisce”. Sì, la concretezza della condivisione con i poveri ci porta ad uscire da noi stessi, a compiere quel cammino di conversione personale e comunitario che aiuta ad abbandonare l’indifferenza, per far proprio lo stile di Gesù, che è lo stile della gioiosa e liberante prossimità.
Vi chiedo pertanto di celebrare questa Giornata non solo attraverso la partecipazione all’incontro diocesano che si terrà a Monopoli nella stessa domenica 19 novembre, ma anche – come ci suggerisce il messaggio del Papa -proponendo gesti concreti di fraternità con i poveri, a partire dalla preghiera con loro e per loro, nelle nostre parrocchie, nei gruppi e movimenti ecclesiali.
È chiaro, però, che non basta una Giornata annuale da dedicare ai poveri. Questa occasione deve servire piuttosto a rivedere il nostro pensare ed agire ecclesiale, per continuare l’opera di Gesù Cristo nella storia. Come comunità parrocchiali abbiamo il grande compito di far sentire di casa i poveri in mezzo a noi, di non renderli solo fruitori dei servizi che offriamo loro, ottemperati i quali, tacitiamo le nostre coscienze con la convinzione di aver fatto una bella opera di carità. No, si tratta innanzitutto di mettere al centro la persona dei poveri, senza alcuna discriminazione o esclusione di sorta. . . . .
Tutto questo rientra nel compito primario della Chiesa di animare il territorio, attraverso le Caritas parrocchiali, promuovendo la cultura dell’incontro e della condivisione, invece che la logica dell’indifferenza e dello scarto.
Ci sostenga in questo percorso di rinnovamento ecclesiale la Vergine Mada. Lei che ha donato ad Elisabetta la gioia di Gesù, sia il nostro modello per portare lo stesso Gesù ai poveri e costruire con loro una autentica fraternità.

Di cuore vi benedico.

+ Giuseppe Favale, vescovo

 

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Lettera vescovo I giornata mondiale dei poveri