Rinnovare l’iniziazione cristiana nelle nostre Chiese

UN CONVEGNO CATECHISTICO REGIONALE PERCHÉll Convegno Annuale per gli Uffici Catechistici Diocesani quest’anno sarà ospitato, invece che in un’unica sede nazionale – come da tradizione – in ciascuna delle 16 regioni ecclesiastiche italiane. Nella nostra Puglia il Con-vegno Catechistico si svolgerà ad Ostuni (Br) dal 22 al 24 giugno prossimi. Vi parteciperanno, come sempre, i direttori e i collaboratori degli stessi Uffici, ma la preparazione è affidata alla collaborazione di tutte le parrocchie delle 19 diocesi pugliesi.Qui di seguito pubblichiamo la traccia di verifica che, a questo scopo, sarà inviata a tutti i parroci.LA TRACCIA DI VERIFICA IN VISTA DEL CONVEGNOLa traccia comprende due ambiti: la formazione permanente (A) e la catechesi di iniziazione cristiana (B).A farsi carico di questa verifica dovrebbero essere i parroci con i rispettivi consigli pastorali: entrambe le tracce non riguardano solo l’ambito catechistico ma tutta la vita della comunità.A loro chiediamo un tempo di riflessione in seno alle proprie comunità, per restituire entro fine gennaio all’Ufficio Catechistico i risultati della verifica. Da parte nostra ci impegniamo a rendere noti, in una assemblea diocesana, quei risultati che dobbiamo poi trasmettere in regione in tempo utile per la preparazione del convegno.A) LA FORMAZIONE PERMANENTE DEI CRISTIANIGli Orientamenti Pastorali Educare alla vita buona del vangelo al n. 39 riaffermano che la «catechesi sostiene in modo continuativo la vita dei cristiani e in particolare gli adulti, perché siano educatori e testimoni per le nuove generazioni».La condivisione della vita, dei criteri di valutazione e delle scelte di Cristo non si acquisiscono una volta per tutte: la maturità della fede non si può dare mai perfettamente compiuta.Quindi, gli adulti sono interpellati nella loro formazione innanzitutto perché destinatari privilegiati di percorsi che li aiutino nella loro comprensione ed esperienza del mistero di Cristo, ma anche in quanto responsabili dell’edu-cazione cristiana delle nuove generazioni.Domande per la verifica in parrocchia:Ritieni che la Diocesi stia riflettendo su quale formazione offrire agli adulti, e in particolare ai ‘catechisti-adulti nella fede’ nell’ambito della comunità, perché siano in grado di trasmettere la fede alle nuove generazioni?Cosa favorisce/può favorire la loro crescita umana e spirituale, la loro competenza teologica, culturale e pedagogica in questo decennio?’ Di cosa avrebbero bisogno le nostre comunità parrocchiali e le chiese diocesane per realizzare la formazione permanente?’ Quale tipo di iniziative parrocchiali, diocesane e regionali per la formazione di catechisti accompagnatori e di formatori dei catechisti sono state attivate? Quali andrebbero attivate/potenziate?’ Quale tipo di visibilità/attenzione viene data al gruppo di catechisti? B) L’INIZIAZIONE CRISTIANA COME PROCESSOGli OP definiscono l’IC come «l’esperienza fondamentale dell’educazione alla vita di fede», non una delle attività della comunità cristiana, ma quella che «qualifica l’esprimersi proprio della Chiesa nel suo essere inviata a generare alla fede e realizzare se stessa come madre» (n. 40).In questa espressione è sottintesa la definizione di IC della Nota per l’accoglienza dei catechismi CEI (n. 7): «per iniziazione cristiana si può intendere il processo globale attraverso il quale si diventa cristiani. Si tratta di un cammino diffuso nel tempo e scandito dall’ascolto della Parola, dalla celebrazione e dalla testimonianza dei discepoli del Signore attraverso il quale il credente compie un apprendistato globale della vita cristiana e si impegna a una scelta di fede e a vivere come figli di Dio, ed è assimilato, con il battesimo, la confermazione e l’eucaristia, al mistero pasquale di Cristo nella Chiesa».Domande per la verifica in parrocchia:Ritieni acquisita questa consapevolezza nella Diocesi?Come viene inteso e realizzato il rapporto tra ascolto, celebrazione e testimonianza?’ Persiste nella prassi parrocchiale l’uso di itinerari catechistici solamente centrati sulla preparazione ai Sacramenti?’ Con quale modalità e tempi vengono valorizzate le esperienze nell’itinerario di IC, perché sia un vero ap-prendistato di vita cristiana?’ L’apprendimento e gli atteggiamenti di fede e di vita sono percepiti come aspetti fondamentali? Si offrono ai genitori e alle parrocchie griglie di approfondimento e di verifica?’ I gruppi di catechesi in che modo sono in contatto con la comunità parrocchiale? (ad es. quali attività con la Caritas parrocchiale; quale impegno nella vita liturgica della comunità; quale rapporto con le proposte alle famiglie e ai giovani; – ).AD OGGI, CI RISULTA CHE ‘Due anni fa abbiamo provveduto alla mappatura generale delle prassi di trasmissione della fede nelle parrocchie della nostra diocesi; benché, come già osservato, non si sia trattato di una rilevazione ‘scientifica’ dei dati, crediamo che sia di utilità comune riportare qui di seguito quanto emerso sui due fronti in esame: la formazione permanente e l’iniziazione cristiana.IL CANTIERE APERTO DELLA CATECHESI IN DIOCESIa) Comunità missionarie: non si rileva dalla mappatura quella svolta ‘missionaria’ auspicata dalla CEI da almeno dieci anni e che dovrebbe precedere ogni progettazione catechistica. (percorsi catechistici centrati in gran parte sul versante ‘interno’ delle comunità parrocchiali, con la ‘normale’ conclusione di essi nella ricezione dei sacramenti e non nell’inserimento attivo all’interno di un cammino comunitario.b) Comunità per il I annuncio: non si rileva nella mappatura una prassi di ‘primo annuncio’ mentre l’ultimo Progetto pastorale diocesano invitava a fare del ‘primo annuncio’ il ‘principio riorganizzativo di tutta la pastorale’: la maggior parte delle comunità è occupata nel ‘catechismo’ a chi si presume sia già sociologicamente cristiano, senza fare molta attenzione alla ‘scristianizzazione’ crescente delle famiglie e quindi all’urgenza del primo annuncio.c) Comunità con ‘stile’ catecumenale: non è rilevabile dall’indagine uno sforzo di re-impostazione degli itinerari di iniziazione cristiana sul ‘modello catecumenale’ in base al quale ai fanciulli e alle rispettive famiglie viene proposto un cammino con tappe progressive: al momento si registrano in tutto 4 parrocchie incamminate in questa sperimentazione. (metodo a 4 tempi)d) non ancora attivato organicamente e ufficialmente il catecumenato per gli adulti (dopo i 14 anni) o quello per i fanciulli (dopo i 7 anni) in attuazione delle Note di Iniziazione Cristiana n.1 (1997) e n.2 (1999). 27 parrocchie (su 56, cioè la metà) hanno ammesso, con qualche tentativo di percorso ‘catecumenale’, adulti e fanciulli ai sacramenti dell’Iniziazione Cristiana. 11 zone pastorali su 12 sono state interessate al fenomeno.e) non risulta nelle parrocchie distinzione tra la formazione ‘di base’ (previa all’immissione in servizio dei catechisti nuovi) e la formazione ‘permanente’ (aggiornamento costante dei già impegnati). l’UCD negli ultimi anni non si è offerto con proposte formative organiche che contemplano il doppio livello. A cura dello staff dell’Ufficio Catechistico Diocesano