ADORAZIONE EUCARISTICA

SCHEMA DI ADORAZIONE NELLA SOLENNITÀ DEL

Santissimo Corpo e Sangue di Cristo

 

Gesù, il Buon Samaritano – La bella notizia dell’amore

 

Introduzione

«La parabola evangelica narrata da san Luca si inserisce in una serie di immagini e racconti tratti dalla vita quotidiana, con cui Gesù vuole far comprendere l’amore profondo di Dio verso ogni essere umano, specialmente quando si trova nella malattia e nel dolore. Ma, allo stesso tempo, con le parole conclusive della parabola del Buon Samaritano, «Va’ e anche tu fa’ lo stesso» (Lc 10,37), il Signore indica qual è l’atteggiamento che deve avere ogni suo discepolo verso gli altri, particolarmente se bisognosi di cura. Si tratta quindi di attingere dall’amore infinito di Dio, attraverso un’intensa relazione con Lui nella preghiera, la forza di vivere quotidianamente un’attenzione concreta, come il Buon Samaritano, nei confronti di chi è ferito nel corpo e nello spirito, di chi chiede aiuto, anche se sconosciuto e privo di risorse. Ciò vale non solo per gli operatori pastorali e sanitari, ma per tutti, anche per lo stesso malato, che può vivere la propria condizione in una prospettiva di fede: «Non è lo scansare la sofferenza, la fuga davanti al dolore, che guarisce l’uomo, ma la capacità di accettare la tribolazione e in essa di maturare, di trovare senso mediante l’unione con Cristo, che ha sofferto con infinito amore» (Enciclica Spe salvi, 37)».

(Benedetto XVI, Messaggio per la XXI Giornata mondiale del Malato, 11/02/2013)

Canto di Esposizione

Preghiera introduttiva

È veramente giusto renderti grazie, Padre misericordioso:

tu ci hai donato il tuo Figlio, Gesù Cristo,

nostro fratello e redentore.

In lui ci hai manifestato il tuo amore

per i piccoli e i poveri, per gli ammalati e gli esclusi.

Mai egli si chiuse alle necessità e alle sofferenze dei fratelli.

Con la vita e la parola

annunziò al mondo che tu sei Padre

e hai cura di tutti i tuoi figli.

Per questi segni della tua benevolenza

noi ti lodiamo e ti benediciamo:

 

Salmo 136 (135)

[1] Rendete grazie al Signore perché è buono,

perché il suo amore è per sempre.

[2] Rendete grazie al Dio degli dèi,

perché il suo amore è per sempre.

[3] Rendete grazie al Signore dei signori,

perché il suo amore è per sempre.

[4] Lui solo ha compiuto grandi meraviglie,

perché il suo amore è per sempre.

[5] Ha creato i cieli con sapienza,

perché il suo amore è per sempre.

[6] Ha disteso la terra sulle acque,

perché il suo amore è per sempre.

[7] Ha fatto le grandi luci,

perché il suo amore è per sempre.

[8] Il sole, per governare il giorno,

perché il suo amore è per sempre.

[9] La luna e le stelle, per governare la notte,

perché il suo amore è per sempre.

[10] Colpì l’Egitto nei suoi primogeniti,

perché il suo amore è per sempre.

[11] Da quella terra fece uscire Israele,

perché il suo amore è per sempre.

[12] Con mano potente e braccio teso,

perché il suo amore è per sempre.

[13] Divise il Mar Rosso in due parti,

perché il suo amore è per sempre.

[14] In mezzo fece passare Israele,

perché il suo amore è per sempre.

[15] Vi travolse il faraone e il suo esercito,

perché il suo amore è per sempre.

[16] Guidò il suo popolo nel deserto,

perché il suo amore è per sempre.

[17] Colpì grandi sovrani,

perché il suo amore è per sempre.

[18] Uccise sovrani potenti,

perché il suo amore è per sempre.

[19] Sicon, re degli Amorrei,

perché il suo amore è per sempre.

[20] Og, re di Basan,

perché il suo amore è per sempre.

[21] Diede in eredità la loro terra,

perché il suo amore è per sempre.

[22] In eredità a Israele suo servo,

perché il suo amore è per sempre.

[23] Nella nostra umiliazione si è ricordato di noi,

perché il suo amore è per sempre.

[24] Ci ha liberati dai nostri avversari,

perché il suo amore è per sempre.

[25] Egli dà il cibo a ogni vivente,

perché il suo amore è per sempre.

[26] Rendete grazie al Dio del cielo,

perché il suo amore è per sempre.

 

(Adorazione personale)

Padre misericordioso,

che nel comandamento dell’amore

hai posto il compendio e l’anima di tutta la legge,

donaci un cuore attento e generoso

verso le sofferenze e le miserie dei fratelli,

per essere simili a Cristo,

buon samaritano del mondo.

Egli è Dio, e vive e regna con te nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.

 

  1. Amen

 

  1. Amare per ereditare la vita eterna

 

In ascolto della Parola

Ed ecco, un dottore della Legge si alzò per mettere alla prova Gesù e chiese: «Maestro, che cosa devo fare per ereditare la vita eterna?». Gesù gli disse: «Che cosa sta scritto nella Legge? Come leggi?». Costui rispose: «Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente, e il tuo prossimo come te stesso». Gli disse: «Hai risposto bene; fa´ questo e vivrai». Ma quello, volendo giustificarsi, disse a Gesù: «E chi è mio prossimo?» (Lc 10,25-29).

Meditiamo

«Ma c’è davvero una categoria di persone a cui Dio cela i suoi comandamenti? Non ha egli forse voluto che fossero predicati ovunque? Oh, volesse il cielo che da tutti coloro a cui sono manifesti fossero altrettanto apprezzati! Cosa c’è infatti di più noto del precetto che dice: Amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente? e dell’altro: Amerai il prossimo tuo come te stesso? Sono i due precetti nei quali si compendiano tutta la Legge e i Profeti 11. E c’è forse qualcuno che non li conosca? Li conoscono tutti i fedeli, anzi fra gli stessi infedeli c’è moltissima gente che li conosce. In che senso allora può un fedele chiedere a Dio che non gli vengano nascosti quei precetti che, come ben gli risulta, son noti anche agli infedeli? Non sarà forse perché, essendo la conoscenza di Dio una cosa difficile, anche il precetto di amarlo lo si giudica difficile, standoci il pericolo di amare qualche altra cosa in vece sua? Viceversa, nei riguardi del prossimo la conoscenza appare più facile: difatti ogni uomo è prossimo al suo simile, né si debbono esagerare le distanze fra stirpe e stirpe quando si ha in comune la stessa natura. Peraltro anche nei confronti del prossimo è da dirsi che non lo conosceva quel tale che domandò: Ma chi è il mio prossimo? 12 Gli fu allora narrata la vicenda di quell’uomo che scendendo da Gerusalemme a Gerico incappò nei briganti» (Sant’Agostino, Esposizione sul Salmo 118. Discorso 8)

 

Preghiamo

Anima di Cristo, santificami.

Corpo di Cristo, salvami.

Sangue di Cristo, inebriami.

Acqua dei costato di Cristo, lavami.

Passione di Cristo, confortami.

O buon Gesù, esaudiscimi.

Fra le tue piaghe nascondimi.

Non permettere ch’io mi separi da te.

Dal nemico maligno difendimi.

Nell’ora della morte chiamami.

E comanda che io venga a te.

Affinché ti lodi con i tuoi santi nei secoli eterni.

Così sia.

(S. Ignazio)

 

Adoriamo

 

  1. Di fronte all’amore

 

In ascolto della Parola

Gesù riprese: «Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico e cadde nelle mani dei briganti, che gli portarono via tutto, lo percossero a sangue e se ne andarono lasciandolo mezzo morto. Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima strada e, quando lo vide, passò oltre. Anche un levita, giunto in quel luogo, vide e passò oltre. Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto, vide e ne ebbe compassione. Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi lo caricò sulla sua cavalcatura, lo portò in un albergo e si prese cura di lui. Il giorno seguente, tirò fuori due denari e li diede all´albergatore, dicendo: «Abbi cura di lui; ciò che spenderai in più, te lo pagherò al mio ritorno» (Lc 10,30-35).

Meditiamo

«Quell’uomo che giaceva sulla via tra la vita e la morte è indubbiamente l’intero genere umano, abbandonato dai briganti, che un sacerdote di passaggio disprezzò, come pure un Levita, ma un Samaritano in viaggio gli si avvicinò per curarlo e offrirgli soccorso» (Sant’Agostino, Discorso 171). «All’uomo che giaceva in tale condizione portò aiuto il nostro Samaritano, cioè Gesù, che i Giudei chiamarono Samaritano, che significa custode; egli che, mosso da misericordia, passava per quella via – cioè si era incarnato per morire, lui giusto, per i nostri peccati -, sollevò da terra l’uomo giacente, lo caricò sul suo asino. Quando l’uomo se ne andava come pecora errante, egli lo prese sulle sue spalle e lo riportò nel paradiso da cui era caduto, ricomponendo così il numero perfetto di cento, il gregge completo. Dice infatti il profeta: Egli ha preso su di sé i nostri peccati, si è addossato i nostri dolori. Dunque tu, uomo che sei portato sul giumento della misericordia, sei portato sulle spalle del Signore che ti ama, e sei conosciuto, amato dal tuo creatore e Signore, e lo conosci, lo ami a tua volta, proclama ormai: Il Signore è mia guida. Non potresti certamente dichiararlo se fossi ancora steso a terra, se non fossi stato risollevato dal Signore. Il suo guidarti è un portarti. E quando tu dici: Il Signore mi guida, riconosci di non avere in te nulla di tuo proprio che ti faccia porre in te stesso la fiducia. Sta’ dunque attento a non vantarti di meriti tuoi, perché non ne avevi affatto quando venne il Signore a risollevarti. Egli ti trovò nudo, non vestito, piagato, non sano, giacente, non eretto, vagante nell’errore, non sul cammino del ritorno. Bada quindi di non vantarti, guardatene bene: lui che ebbe pietà di te e ti risollevò da terra mezzo morto, ora continua a portarti sulle sue spalle, se ti mantieni umile, mentre se ti vanti, ti fa cadere. Così, camminando nel timore e nella rettitudine, dopo aver detto: Il Signore è mia guida, aggiungerai con fiducia: e nulla mi mancherà. Infatti è scritto: Nulla manca a coloro che lo temono, e ancora: Il Signore non priva dei suoi beni chi cammina con rettitudine» (Sant’Agostino, Discorso 366)

 

Preghiamo

Cristo è tutto per noi.

Se desideri medicare le mie ferite, tu sei medico.

Se brucio di febbre, tu sei la sorgente ristoratrice.

Se sono oppresso dalla colpa, tu sei il perdono.

Se ho bisogno di aiuto, tu sei la forza.

Se temo la morte, tu sei la vita eterna.

Se desidero il cielo, tu sei la vita.

Se fuggo le tenebre, tu sei la luce.

Se cerco il cibo, tu sei il nutrimento.

(S. Ambrogio)

 

Adoriamo

 

  • L’amore si fa impegno

 

In ascolto della Parola

Chi di questi tre ti sembra sia stato prossimo di colui che è caduto nelle mani dei briganti?». Quello rispose: «Chi ha avuto compassione di lui». Gesù gli disse: «Va’ e anche tu fa’ così» (Lc 10,36-37).

 

Meditiamo

«La strada da Gerusalemme a Gerico appare quindi come l’immagine della storia universale; l’uomo mezzo morto sul suo ciglio è immagine dell’umanità. Il sacerdote e il levita passano oltre — da ciò che è proprio della storia, dalle sole sue culture e religioni, non giunge alcuna salvezza. Se la vittima dell’imboscata è per antonomasia l’immagine dell’umanità, allora il samaritano può solo essere l’immagine di Gesù Cristo. Dio stesso, che per noi è lo straniero e il lontano, si è incamminato per venire a prendersi cura della sua creatura ferita. Dio, il lontano, in Gesù Cristo si è fatto prossimo. Versa olio e vino sulle nostre ferite — un gesto in cui si è vista un’immagine del dono salvifico dei sacramenti — e ci conduce nella locanda, la Chiesa, in cui ci fa curare e dona anche l’anticipo per il costo dell’assistenza. […] La grande visione dell’uomo che giace alienato e inerme ai bordi della strada della storia e di Dio stesso, che in Gesù Cristo è diventato il suo prossimo, la possiamo tranquillamente fissare nella memoria come una dimensione profonda della parabola che riguarda noi stessi. Il possente imperativo contenuto nella parabola non ne viene infatti indebolito, ma è anzi condotto alla sua intera grandezza. Il grande tema dell’amore, che è l’autentico punto culminante del testo, raggiunge così tutta la sua ampiezza. Ora, infatti, ci rendiamo conto che noi tutti siamo “alienati” e bisognosi di redenzione. Ora ci rendiamo conto che noi tutti abbiamo bisogno del dono dell’amore salvifico di Dio stesso, per poter diventare anche noi persone che amano. Abbiamo sempre bisogno di Dio che si fa nostro prossimo, per poter diventare a nostra volta prossimi» (Benedetto XVI, Gesù di Nazareth, Rizzoli, Milano 2007, 237-238)

 

Preghiamo 

Signore Gesù, nell’Eucaristia

tu sei il centro di tutta la comunità cristiana,

tu sei il vincolo della carità, perché tu sei l’amore.

Tu, ricco di misericordia e di bontà,

accresci l’amore tra noi, disperdi ogni avversione,

togli ogni tristezza dell’anima.

Rassicura i cuori ansiosi,

rinvigorisci gli animi avviliti,

spegni l’odio nei cuori,

porta concordia e tranquillità nel mondo intero.

Fai che tutti ci riconosciamo figli del Padre celeste,

per sentirci tutti fratelli,

con te, in te, per te.

Si aprano i nostri occhi

per vedere le necessità dei bisognosi.

Si aprano i nostri cuori per amare tutti.

Si aprano le nostre mani per aiutare sempre.

Rendici un cuor solo e un’anima sola.

Ogni steccato sia abbattuto,

ogni rottura sia ricomposta,

ogni rancore sia spento.

Sepolto sia l’orgoglio,

distrutta l’invidia, vinta la cattiveria.

Signore Gesù, rendici testimoni del tuo amore.

Il tuo Spirito ci unisca tutti

in comunione di fede e di carità.

Con te, Signore, saremo Chiesa presente nel mondo,

tuoi discepoli che imparano da te l’amore.

 

Adoriamo

 

Preghiera dei fedeli

Fratelli, uniti a Cristo nostro mediatore presso il Padre, accostiamoci con fiducia al trono della grazia, per ricevere misericordia e trovare benevolenza.

Preghiamo insieme e diciamo: Ascoltaci, o Signore.

– Perché sappiamo sempre riconoscere in Papa Francesco, successore di Pietro, e nel nostro vescovo Giuseppe il dono di fedeltà che Cristo ha fatto alla Chiesa Sua Sposa, e viviamo la comunione ecclesiale come segno di speranza e di salvezza, preghiamo. Rit.

– Perché la Chiesa sia sempre aperta ad accogliere la novità gratuita e l’azione dello Spirito e, superando ogni diffidenza e timore, giunga ad ogni periferia del mondo, preghiamo. Rit.

– Perché tutti coloro che soffrono per malattia, invalidità, divisioni familiari e altre situazioni di dolore, possano sentire sempre la linfa vitale che viene dall’unica vite che è Cri- sto, preghiamo. Rit.

– Perché le famiglie cristiane siano la prima cellula che accoglie, custodisce, protegge la vita in ogni momento dell’esistenza e abbiano sempre la forza per affrontare ogni sorta di malattie, preghiamo. Rit.

– Perché gli operatori sanitari, e le strutture in cui operano, siano sempre attenti al volto di Cristo presente in ogni persona umana, testimoniando l’amore gratuito con cui tutti siamo amati, preghiamo. Rit.

– Perché coloro che hanno in mano le sorti del buon governo delle nazioni e delle città ricordino che c’è più gioia nel dare che nel ricevere e sappiano suscitare prassi concrete di fraternità, giustizia e bene comune, preghiamo Rit.

– Perché tutti noi, trasformati dalla grazia, ci riconosciamo testimoni della Buona novella e siano sempre docili all’azione dello Spirito Santo, preghiamo. Rit.

Signore, tu sei il nostro unico Padre

e noi siamo tutti fratelli;

ascolta con benevolenza queste nostre umili preghiere

e accoglile con amore.

Per Cristo nostro Signore.

 

  1. Amen.

 

Padre nostro

 

Tantum ergo sacraméntum

venerémur cérnui,

et antíquum documéntum

novo cedat rítui;

præstet fides suppleméntum

sénsuum deféctui.

 

Genitóri Genitóque

laus et iubilátio,

salus, honor, virtus quoque

sit et henedíctio;

procedénti ab utróque

compar sit laudatio. Amen.

  

O Dio, che in questo sacramento della nostra redenzione

ci comunichi la dolcezza del tuo amore,

ravviva in noi l’ardente desiderio

di partecipare al convito eterno del tuo regno.

Per Cristo nostro Signore.

 

  1. Amen.

 

Benedizione Eucaristica

 

Dio sia benedetto.

Benedetto il suo santo nome.

Benedetto Gesù Cristo, vero Dio e vero uomo.

Benedetto il nome di Gesù.

Benedetto il suo sacratissimo Cuore.

Benedetto il suo preziosissimo Sangue.

Benedetto Gesù nel santissimo Sacramento dell’altare.

Benedetto lo Spirito Santo Paraclito.

Benedetta la gran Madre di Dio, Maria santissima.

Benedetta la sua santa e immacolata concezione.

Benedetta la sua gloriosa assunzione.

Benedetto il nome di Maria, vergine e madre.

Benedetto san Giuseppe, suo castissimo sposo.

Benedetto Dio nei suoi angeli e nei suoi santi.

 

Canto