Discorso del Vescovo all’approdo della Madonna della Madia – 14 agosto 2018

Siamo in tanti, come sempre, questa sera a Cala Batteria per rivivere l’evento dell’approdo della Icona della Madonna della Madia. Proveniamo da luoghi diversi e con storie differenti, ciascuno con il proprio vissuto concreto, fatto di attese e speranze, disagi e amarezze, certi di poter vivere una serata speciale. Per qualcuno forse tutto si ridurrà ad una magica serata estiva fatta di colori e di suoni, di folklore e di tradizioni, la cui memoria rimarrà impressa solo nei video o nelle foto da portare a casa. Per molti invece sarà un momento di grazia interiore, desiderato ardentemente per tutto l’anno, come l’altro del 16 dicembre, perché aiuta a recuperare le radici della propria fede e della propria appartenenza alla Chiesa.

Per chi si lascia coinvolgere e guidare da uno sguardo di fede, l’evento di stasera potrà lasciare una traccia profonda, i cui frutti si potranno cogliere in un rifiorire della devozione alla Madonna, che è sempre apertura alle dimensioni alte della vita. Chi ama Maria sa che deve vincere la tentazione della mediocrità nella vita cristiana e deve tendere a quella che è la vocazione fondamentale di ogni battezzato, la santità! A questo ci ha spronato recentemente Papa Francesco attraverso l’esortazione apostolica Gaudete et exsultate, nella quale vediamo tracciato un percorso accessibile a tutti per raggiungere la santità nel proprio stato di vita.

Tutti siamo chiamati ad essere santi vivendo con amore e offrendo ciascuno la propria testimonianza nelle occupazioni di ogni giorno, lì dove si trova. Sei una consacrata o un consacrato? Sii santo vivendo con gioia la tua donazione. Sei sposato? Sii santo amando e prendendoti cura di tuo marito o di tua moglie, come Cristo ha fatto con la Chiesa. Sei un lavoratore? Sii santo compiendo con onestà e competenza il tuo lavoro al servizio dei fratelli. Sei genitore o nonna o nonno? Sii santo insegnando con pazienza ai bambini a seguire Gesù. Hai autorità? Sii santo lottando a favore del bene comune e rinunciando ai tuoi interessi personali. Lascia che la grazia del tuo Battesimo fruttifichi in un cammino di santità. Lascia che tutto sia aperto a Dio e a tal fine scegli Lui, scegli Dio sempre di nuovo”.

Scegliere Dio! Dio e la sua Parola devono essere i criteri per le scelte quotidiane, che ci permettono di essere riconosciuti come discepoli di Cristo. Non sono i proclami o i bei discorsi asettici sul cristianesimo pronunciati quando fa comodo che ci fanno cristiani, cioè appartenenti a Cristo. Cristiano è colui, colei che afferrato dalla bellezza di Cristo e conquistato dalla sua proposta di vita, decide di mettersi alla sua sequela con coraggio sapendo che questo richiede rinuncia alle logiche mondane, incentrate sull’esaltazione dell’io, per fare come Lui che «non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti» (Mc 10,45).

Guardare a Gesù per accoglierlo nella propria vita ed essere segno del suo amore nella storia: questo deve essere il nostro anelito quotidiano! Il cristiano che non è lievito di vita nuova per trasformare dal di dentro la storia snatura la propria identità. Da sempre la santità cristiana ha contribuito alla costruzione di una società più giusta e più umana. Mai la Chiesa nel corso dei secoli attraverso i suoi figli si è tirata indietro quando si è trattato di servire la persona umana, specie quando essa veniva calpesta e oltraggiata nella sua dignità. E mai, ancora oggi, la Chiesa attraverso noi suoi figli potrà tirarsi indietro quando vedrà l’uomo, ogni uomo, di qualsiasi razza o condizione sociale, violato nella sua integrità personale.

Carissimi fratelli e sorelle di Monopoli, carissimi amici presenti stasera per rivivere il suggestivo rito dell’approdo della nostra amata Icona, al cospetto della nostra celeste Madre, riappropriamoci della nostra vocazione primordiale alla santità e viviamola nell’esercizio della carità cristiana, che rende ciascuno di noi carezza di Dio e medicina per ogni uomo piagato nel corpo e nello spirito. Apriamo gli occhi e il cuore per scorgere attorno a noi i tanti volti sfigurati dalle prove della vita. Facciamoci prossimo, come buoni samaritani, a chi soffre, a chi è solo, emarginato, escluso, che non conta nulla agli occhi dei potenti di turno. Chiediamo a Maria, Madre di tutta l’umanità, che ciascuno di noi possa considerare ogni uomo e ogni donna, non un estraneo ingombrante ma un fratello e una sorella, al di là del colore della pelle o della nazionalità. La fede cristiana aborrisce qualsiasi genere di superiorità legata alla razza o alla condizione sociale. Abbiamo tutti un unico ceppo originario: le mani creatrici di Dio, quel Dio Padre di tutti che ha fatto ogni persona a sua immagine e somiglianza, quel Dio che ha affidato la terra a tutti perché tutti, nel rispetto di questo dono, ne possano ricevere sussistenza, quel Dio che è onorato quando si serve e si ama ogni creatura. Impariamo allora a conoscerci, a dialogare, ad apprezzare il bene che c’è nell’altro. Impegniamoci a creare le condizioni per una convivenza serena dove tutti offrono il proprio contributo per far crescere il bene comune. Non è utopia tutto questo, se lo vogliamo!

Con voi voglio affidare a Maria in modo particolare stasera i nostri giovani, i nostri ragazzi, cioè il nostro futuro! Sappiamo bene come tante volte essi si sentano disorientati e smarriti, soprattutto dinanzi alle prospettive del domani, spesso incerto e ingannevole. Molti stentano a volare alto nella vita e si accontentano dei surrogati che la società del consumo offre loro. Rischiano di perdere i valori e di affogare nel vuoto di un’esistenza insipida e sterile. Come Chiesa e come società civile investiamo su di essi! Diamo loro fiducia e facciamoci compagni di viaggio. Non lasciamoli soli e soprattutto favoriamo le condizioni per un futuro migliore offrendo loro la possibilità di realizzarsi nella vita, anche attraverso un lavoro dignitoso e sicuro. E a voi giovani qui presenti, con Papa Francesco, che come sapete vi ama tanto, dico: sognate, sognate alla grande perché giovani che non sognano vivono già l’esperienza della morte! Così diceva sabato scorso il Papa rivolgendosi ai giovani: “I sogni sono importanti. Tengono il nostro sguardo largo, ci aiutano ad abbracciare l’orizzonte, a coltivare la speranza in ogni azione quotidiana. E i sogni dei giovani sono i più importanti di tutti. Un giovane che non sa sognare è un giovane anestetizzato; non potrà capire la vita, la forza della vita. I sogni ti svegliano, di portano in là, sono le stelle più luminose, quelle che indicano un cammino diverso per l’umanità. Ecco, voi avete nel cuore queste stelle brillanti che sono i vostri sogni: sono la vostra responsabilità e il vostro tesoro. Fate che siano anche il vostro futuro!

Così come è stato per i nostri padri nelle passate generazioni, noi accogliamo l’Icona della Vergine Maria come si accoglie una persona di famiglia, come si accoglie una Madre, da cui ci si sente amati e custoditi.

Il nostro splendido mare, oscurato dalle ombre della notte incipiente, è illuminato da Colei che porta tra le sue braccia la luce del mondo. Maria viene perché sa che abbiamo bisogno di Gesù, suo Figlio. Senza di Lui la nostra vita rischia di trovarsi costantemente in un mare in burrasca. Riceviamo dalle sue mani Gesù, pane di vita che toglie i morsi della fame interiore che tante volte avvelenano la nostra vita. Ricchi di questo dono inestimabile e sostenuti dalla preghiera della nostra dolcissima Madonna della Madia portiamo ovunque e a tutti pace e gioia, consolazione e speranza.

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