Fase Sinodale Diocesana

Si è aperta solennemente lo scorso 18 ottobre, nella festa liturgica di San Luca evangelista, con la concelebrazione eucaristica nella Cattedrale di Conversano la fase diocesana del Sinodo dei Vescovi, voluto da Papa Francesco sul tema della sinodalità: suggestiva l’immagine del popolo di Dio, presbiteri, diaconi, seminaristi, religiosi e religiose, rappresentanti laici impegnati nel Consiglio Pastorale Diocesano e nei movimenti ecclesiali, riuniti intorno al pastore e nostro vescovo Giuseppe, che ha presieduto l’Eucarestia, tratteggiando nella sua omelia le linee fondamentali e la direzione dell’esperienza sinodale e del discernimento comunitario che sono “avventura straordinaria dello Spirito”. Prendendo spunto dal Vangelo (cf Lc 10, 1-9), Mons. Favale ha sottolineato che “Gesù vuole che la gente sia incontrata dai suoi inviati nella concretezza e nella ferialità della vita, perché è da lì che nascono le domande fondamentali che dispongono ad aprirsi al dono di Dio, che è Lui stesso, Gesù. (…)Mai perdere dall’orizzonte dell’azione missionaria dei discepoli l’incontro con il Salvatore, perché in Lui c’è il tutto di Dio e il tutto dell’uomo”. Di qui il vescovo indica la radice del lavoro sinodale che attende la comunità di Conversano-Monopoli: “la Chiesa esiste in funzione di Cristo, per annunciare e testimoniare il suo amore che fa nuovo il cuore dell’uomo”, mettendo in guardia dalla “tentazione di un protagonismo ecclesiale fine a se stesso, quasi a voler dire che la Chiesa serve se stessa per mostrarsi, apparire e mettersi alla stregua di ogni agenzia sociale che vuol fare audience, catturando proseliti”. Il cammino che ci attende sarà articolato in un “percorso di incontri di conoscenza, di dialoghi, di confronto, di ascolto reciproco perché siamo consapevoli che abbiamo bisogno gli uni degli altri per scorgere i segni della presenza di Dio nella storia: pastori, consacrati, fedeli laici, cristiani e membri di altre comunità religiose non cristiane, credenti e non credenti, praticanti e non praticanti, generazioni diverse e appartenenti alle varie categorie sociali. In tutti c’è un frammento di Dio che, messo insieme ad altri frammenti, ci consegna il capolavoro di un’umanità nuova, che è il sogno di Dio affidato alla nostra responsabilità”. Richiamando lo sguardo di fede con cui caratterizzare il tragitto sinodale diocesano, Mons. Favale ha incoraggiato a non aver “paura
per le provocazioni alla conversione che ci offrirà”, perché sia un’opportunità per “rivedere lo stile della nostra presenza nel mondo perché la vita di noi credenti sia sempre più credibile, sia sempre più conforme alla proposta evangelica”, che richiede una sincera professione di fede comunitaria pronunciata dal vescovo a nome di tutti, scandita per undici volte dalla parola “crediamo”. La sinodalità è un’arte che si impara per Mons. Favale, attingendo “da quel primo e fondamentale manuale di ecclesiologia missionaria – citando Papa Francesco – che è il libro degli Atti degli Apostoli”, primavera dello Spirito Santo che guiderà il cammino dei prossimi mesi e che è la Luce, consegnata simbolicamente dal vescovo ai rappresentanti delle 12 zone pastorali della diocesi, dopo aver pronunciato la preghiera di benedizione per l’apertura del sinodo. Nell’assemblea diocesana dello scorso 28 ottobre nella Parrocchia S. Anna di Monopoli, il secondo step dell’avvio della fase sinodale con l’introduzione del vescovo, la restituzione da parte di don Pierpaolo Pacello dell’esperienza dei tavoli di discernimento, svoltisi l’anno scorso, l’illustrazione del logo e dell’articolazione del percorso sinodale da parte di don Francesco Zaccaria e di Antonella Longo, referenti diocesani per il Sinodo.